Giugno è il #PrideMonth, il mese dell’orgoglio LGBTQIA+, della lotta per i diritti e del superamento di ogni discriminazione legata al genere e all’orientamento sessuale.
Il primo pride fu una rivolta, e ancora nel 2023, a 54 anni di distanza dai moti di Stonewall, è necessario ribadire come quella per i diritti sia una lotta che la comunità porta avanti quotidianamente.
Nella settimana del 19-25 maggio come Osservatorio di Genere abbiamo partecipato al seminario promosso dalla Fundació Catalunya Voluntària “QueerUp!”: 12 organizzazioni e associazioni provenienti da 8 paesi europei si sono incontrate a Vilanova i la Geltru per una serie di attività di networking e project management.
L’obiettivo principale del seminario era la costituzione di una rete di contatti a livello europeo, per una collaborazione proficua volta alla realizzazione di progetti e attività a sostegno della comunità LGBTQIA+. Questo aspetto è stato accompagnato da momenti di discussione e dibattito in merito alla situazione dei diversi paesi europei in ottica di diritti civili e sociali, approfondimenti sulle attività e finalità delle realtà partecipanti e workshop sulla gestione e realizzazione di progetti.
In un contesto europeo ed internazionale, così vario culturalmente e dal punto di vista normativo, risulta fondamentale la creazione di una rete solida di comunicazione e confronto.
La comunità LGBTQIA+ trova la sua forza nel sistema di supporto che negli anni è riuscita a creare al suo interno, con un lavoro continuo di messa in discussione.
La moltitudine di soggettività che la compongono devono far sì che la comunità sia un “safe space” per chi ne fa parte, ed è attraverso seminari e attività di confronto e discussione come “Queer Up” che è possibile unire e consolidare una vera e propria comunità, a livello europeo e non solo, lavorando insieme su tematiche tanto condivise, quanto specifiche della singola realtà.
Attraverso un questionario nato dalle complessità espresse da ogni singolo, in merito alle tematiche di genere e LGBTQIA+ nel privato, nei confronti della propria community e a livello politico e giuridico nel proprio paese di origine, sono sorti innumerevoli spunti di riflessione, nelle diversità e nei punti condivisi.
In particolare si evince la mancanza di consapevolezza politica e interesse, a livello europeo, per quanto riguarda i bisogni della community, andando ad evidenziare l’omofobia che permea le decisioni dei nostri governi. Tutto ciò si riflette nella mancanza di luoghi sicuri in cui ogni persona possa sentirsi libera di esprimere il proprio sé, senza temere atti di violenza.
In seguito alla discussione dei risultati è sorta la necessità di rivoluzionare il sistema educativo e d’istruzione, dai gradi più bassi fino all’università, in modo da sradicare definitivamente gli stereotipi e i pregiudizi che la società in cui viviamo marca e cerca di inculcare sin dalla giovane età, introducendo l’educazione sessuale e all’affettività, scientifica e puntuale, libera da becere ideologie.
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